FINALI NBA 2007... SI INCOMINCIA GIOVEDI'.

Un marziano contro un gruppo di campioni. In questa frase è rinchiuso il senso della finale del campionato di NBA tra Cleveland Cavaliers e San Antonio Spurs. LeBron James sfiderà praticamente da solo un team esperto che già in passato ha saputo trionfare e che non ha nessuna intenzione di vedersi sfuggire il successo.

Sarà una sfida sulla carta impari, ma lo sport e in questo caso il basket, nascondono sempre delle sorprese. Se da una parte c'è LeBron (rifatevi gli occhi con il video qui sotto), ormai considerato da tutti il nuovo Michael Jordan, dall'altra c'è Tim Duncan, un campione con la "C" maiuscola.

I numeri fanno perdere la bilancia dalla parte di San Antonio: tre volte campioni NBA negli ultimi otto anni (1999, 2003, 2005), possono contare su Duncan, ma anche su Manu Ginobili e Tony Parker. Il primo lo abbiamo conosciuto anche in Italia (esperienze a Reggio Calabria e Bologna), mentre il secondo oltre ad essere bravo ha anche la fortuna di essere accompagnato dalla splendida Eva Longoria. Poi ci sono Robert Horry, Bruce Bowen e Michael Finley, giocatori che sanno fare la differenza.

Allora Cleveland è spacciata? Non si può mai dire. I Cavaliers sono al debutto in una finale, ma nel caso, venderanno cara la pelle. Oltre a James ci sono il lituano Zydrunas Ilgauskas, che viaggia su numeri interessanti e Larry Hughes. Meritano menzione anche l'ala Drew Gooden, Aleksandar Pavlovic e il brasiliano Anderson Varejao.

Sarà una bella sfida e alla fine vincerà il migliore. Noi punteremmo i nostri simbolici dieci centesimi su San Antonio, ma tiferemo per Cleveland. Perché? Perché i più "deboli" sono sempre più simpatici...

Ancora una cosa: avremo occhi solo per LeBron James, giocatore straordinario. Uno di quelli che fanno la storia, proprio come Michael Jordan o Julius Erving. Nel giro di quattro anni ha portato Cleveland alla finalissima. Se i Cavs faranno l'impresa lui entrerà in anticipo di qualche anno nell'Olimpo dei più grandi. Giovedì si comincia... non vediamo l'ora.

Schevchenko al Milan: l'accordo è vicino (ma i milanisti come lo accoglieranno?)

Il concetto sul "rientro di Sheva" rimane, tuttavia il summit previsto per oggi pomeriggio in via Turati non è avvenuto; l’amministratore delegato del Chelsea Peter Kenyon non si è presentato alla sede rossonera.

Visto che nei giorni scorsi avevamo tirato in ballo i tifosi rossoneri con tristi immagini di devastazione in piazza Duomo (in occasione dei festeggiamenti per la vittoria della Champions League), oggi trattiamo un argomento di mercato calcistico che probabilmente interesserà molti milanesi.

Non per altro, perchè l'arrivo, forse meglio dire il ritorno, di Schevchenko al Milan è uno di quegli argomenti che fanno esplodere di parole (più o meno educate) i bar milanesi. Cosa potrebbe succedere se veramente si arrivasse ad un accordo? Come reagirebbero i tifosi milanisti? Forse non vedremmo in aeroporto scene di giubilo come avvenuto la scorsa settimana allo sbarco della coppa con le orecchie.

Certo, come sempre accade in questi casi le mosse di mercato sono solo voci che raramente trovano terreno fertile, però nelle ultime ore si parla di incontri che renderebbero concreto lo "Sheva rientro".

Diteci voi allora cosa potrebbe aspettarlo una volta varcata la soglia di San Siro. Voi lo accogliereste con gioia o con una vagonata di insulti tipici dell'uomo da stadio?

Soprattutto alla luce dell'episodio che vedete nella foto qui sopra: Sheva bacia la maglia del Chelsea a pochi giorni dalla partenza da Milano. Anzi, era proprio la prima partita con la maglia del Chelsea: aveva appena segnato.

A Milano la società rossonera è entrata in contatto con Peter Kenyon, amministratore delegato del Chelsea. Oggetto della discussione proprio il ritorno "in aptria" di Andriy Shevchenko.

Sheva è pronto a tornare, Berlusconi lo vuole (e questo copre già una bella fetta di trattativa). Per il momento non ci sono dichiarazioni ufficiali, neppure sul sito del Milan, ma in molti hanno la sensazione che ben presto le due società potrebbero arrivare all'accordo.

C'è da dire un'altra cosa, che Sheva, al Chelsea, dove guadagnava nove milioni di euro, non ha certo brillato, tanto che il Milan non è intenzionato a spendere tutti quei soldi per farlo tornare. E' un periodo di vache magre questo.

37^ giornata: tre in Uefa e tre salve


Torino e Livorno: uno 0-0 che vale la salvezza Grazia Neri

Novanta minuti per salvarsi: al termine della penultima giornata di campionato si delinea la situazione in fondo alla classifica.

Per quanto riguarda la salvezza, possono festeggiare Cagliari, Livorno e Torino, giunte a quota "40".

I sardi "fanno tutto da soli", battendo per 3-2 una Roma sazia al Sant'Elia mentre piemontesi e toscani non si fanno male all'Olimpico e, complice anche un'ultima giornata che prevede lo scontro diretto tra Catania e Chievo, possono tirare un bel sospiro di sollievo, con i granata che già pregustano il derby con la Juventus.

Ancora tutto da decidere invece per le altre pericolanti, che si giocheranno tutto tra sette giorni, con un orecchio a quanto accade sugli altri campi.

A quota 39 il Parma (oggi 0-0 a Roma con la Lazio) cercherà almeno un pareggio contro l'Empoli (3-3 in casa con la Reggina da 3-0), lo stesso che cercherà il Chievo (oggi 1-0 all'Ascoli) a Catania (ko per 1-0 sul campo della Sampdoria.

Per evitare la "B", lo stesso Catania, Reggina e Siena (1-2 a Palermo) dovranno invece obbligatoriamente cercare i tre punti contro Chievo Milan e Lazio, con le ultime due squadre, alla pari dell'Empoli, senza più nulla da chiedere al campionato.

Insomma, l'impressione è che la terza retrocessa uscirà da Catania-Chievo, match che si disputerà in campo neutro ma a porte aperte.

Oltre alla salvezza, la giornata odierna ha assegnato definitivamente anche i tre posti per la Uefa, dove giocheranno la prossima stagione la Fiorentina (2-2 a Messina), il Palermo e la stessa Empoli, la grande sorpresa della stagione.

Federer vince ad Amburgo


Lo svizzero si impone in tre set (2-6 6-2 6-0) conquistando per la quarta volta il Masters tedesco. Lo spagnolo perde sulla terra rossa dopo un'imbattibilità durata oltre due anni

AMBURGO (Germania) - Si interrompe contro Roger Federer la serie vincente sulla terra rossa di Rafael Nadal. Lo spagnolo, reduce da 81 successi sul rosso per un'imbattibilità che durava da oltre due anni (ultima sconfitta ad aprile 2005 contro il russo Andreev a Valencia), è stato battuto dal numero uno del mondo nella finale del Masters di Amburgo. Federer si è imposto in tre set con il punteggio di 2-6, 6-2, 6-0 conquistando il terzo titolo stagionale, il 48° della carriera e il quarto nella città tedesca.

Un successo a sorpresa, quello di Federer, soprattutto dopo quanto visto nel primo set, vinto da Nadal per 6-2 in 39'. Sembrava una semplice formalità l'ennesima vittoria del mancino di Manacor e, invece, Federer ha rialzato la testa.

Preso a pallate nella prima frazione, il numero 1 del mondo ha trovato la misura dei colpi nel secondo parziale. Al quarto game si è procurato 3 palle break andando in fuga (3-1), poi ha tolto nuovamente il servizio al suo rivale vincendo il set con lo stesso punteggio con cui aveva perso il primo (6-2).

Senza storie il terzo set. Federer ha fatto il break al secondo gioco, Nadal è andato in crisi, ha perso un game dietro l'altro e dopo quasi due ore si è arreso. La vittoria restituisce il sorriso a Federer, che in questo modo ha cancellato il passo falso a Roma. Prossimo obiettivo il Roland Garros con una certezza in più: Nadal, sulla terra rossa, non è imbattibile.